In cima a un’alta Torre
Stava rinchiusa una rabbiosa Imperatrice guerriera
La porta serrata dall’interno
Nessuna chiave nella buia stanza.
Di giorno essa parlava col Sole
La notte con la Luna e la Stella
Non poteva fuggire
Da un lato una rupe sul mare e gli squali
Dall’altro spade affilatissime scintillavano color Morte
Il Diavolo viola sussurrava al suo orecchio storie terribili
Mostri alati bramavano il suo sangue
Planando verso la piccola finestra, unica fonte di aria
Ma ecco che nei giorni di più nero sconforto
dinanzi a lei
Comparirono i Messaggeri
Ognuno di loro con una difforme verità
Ché la verità – attenzione – non esiste!
Prima arrivò la Papessa
Abbondante e cobaltica
A parlare di un amore ideale
Di cose lontane
Di future consapevolezze
Di dolci incertezze
Forza e cuore
Poi arrivò il Matto
Saltellante e vibrante
“Goditela” diceva
Nella gioia e nel dolore
Questa prigionia, questa paura
Perché ti farà essere
E poi arrivò il Bagatto
Che conosceva il gioco dei dadi
E gli strumenti del Mago
Che possono usare le mani
Le suggerì una strategia
Le disse: c’è una chiave nel tuo cassetto
E l’Imperatrice guerriera è ancora nella torre
Questa poesia non è finita e non finirà
Finché lei non aprirà quel cassetto
E userà la chiave
Per liberare la sua rabbia.