Cari amici e care amiche,
Beh, è successo anche a me.
Non mi identifico più in questa frase: #andràtuttobene.
Forse non mi ci sono mai identificata, perché cozzava con la mia pratica di consapevolezza. Qualcosa nell’affermarla e nel diffonderla stonava. Ma si sa, in situazioni di emergenza i vecchi schemi ritornano, tutti carini, vestiti bene, ammiccanti.
Non andrà tutto bene.
Non andrà tutto male.
Andrà tutto come andrà e nessuno di noi può sapere come.
Questo vale per la quarantena come per tutte le cose nella vita.
Questa pandemia forse darà una grande lezione a chi la vuole ascoltare e sentire.
Non significa che non dobbiamo “occuparci” del futuro, o consultare il passato per trarne insegnamento.
Semplicemente, almeno per me, significa che ancora più di prima è più “igienico” – come diceva mia nonna – procedere momento per momento, programmando la nostra vita in maniera molto, molto elastica. E senza costruire palazzi su cose che ancora non sono successe, altrimenti i palazzi crollano perché un palazzo con delle fondamenta immaginate e immaginarie prima o poi viene giù.
Spengo il chiacchiericcio che ho nella testa e cerco di concentrarmi sul fatto che, per esempio, è arrivato il momento di organizzare un lab di storytelling online e preparare tutte le mie consulenze di scrittura individuale, di coppia e di gruppo che mi girano in testa da mesi.
Vi terrò aggiornati.
Un abbraccio stellare ❤


