Benesserescrittura, Vita

Dichiarazioni fuori dal tempo

“Ciao, sono Carla e ti aiuto a ritrovare il benessere attraverso la scrittura creativa ed espressiva.”

La vera domanda è: quando ho deciso di non scrivere più e di aiutare gli altri a farlo?

La mia prima poesia risale ai sei anni. Poi tanti diari, segreti, segretissimi. Fiumi, grumi, muri, lenzuola di parole, scritte tutteattaccate. Quando ancora gli hashtag non esistevano nemmeno. Frasi poetiche, sarcastiche, tormenti d’amore, formule magiche. 

Nel frattempo la mia prof di lettere si ribella al sistema e sostituisce le ore di promessi sposi con tre ore di scrittura creativa. È amore a prima vista. 

Poi l’università: ancora diari appassionati, struggenti, e un nuovo elemento: la sceneggiatura. Un amore che mi sembrava impossibile, nato dal modulo base con Ivan Cotroneo. Un amore forse non ricambiato. Io amavo la sceneggiatura, ma lei amava me? 

Avanzo, e dopo un film nelle sale, approdo al corso Rai. Si passa dalla gioia della scrittura seriale americana ai polli in batteria della fiction italiana. 

Scrivo, ma qualcosa dentro si inceppa.

Poco dopo, il blocco definitivo.

Buio.

Ed eccomi qua. Ho ripreso a scrivere perché per me è una medicina. Ho cominciato a somministrare questa medicina anche agli altri, con amore e convinzione. Ne ho fatto un lavoro.

Ma ora tocca a me: quando deciderò veramente di scrivere per lavoro, di fare la scrittrice?

Oggi. 

Oggi, 25 luglio 2022, giorno fuori dal tempo per gli antichi Maya, io, Carla Marcialis, dichiaro, testimoni voi, di ESSERE UNA SCRITTRICE. 

Dichiaro di fare della scrittura il mio lavoro. 

Da oggi, così è, così sarà.

Vita

Il Grande Mistero

Guardare il silenzio.

Così ci parlano i nostri antenati. Con enormi costruzioni silenziose immerse nella natura, piccole case scavate nella roccia che noi consideriamo tombe. Dove si va dopo la morte? L’uomo non può credere che tutto finisca, ma allo stesso tempo non riesce a comprendere come niente finisca. La Natura ci parla di humus e di eterno ritorno, le linee rette non esistono, anche se gli europei hanno provato a inventarle.

La Morte è un tassello della grande trasformazione, una nota di quella canzone armonica che chiamiamo Mistero. Ecco, onorare la Vita e il Grande Mistero come una musica che ci sforziamo di riprodurre ma che semplicemente ci attraversa.
Trovare i punti di connessione tra i mondi è il modo col quale noi cerchiamo di conoscere il Grande Mistero.
Ma non potremo mai possederlo, così come non si possiede chi si ama.
Il Grande Mistero contiene in sé l’energia dell’Amore Divino e non può essere imbrigliato dal possesso.

Seduta su una pietra che ha milioni di anni e che respira solo più lentamente di me, mi lascio attraversare dal Grande Mistero. Lascio che mi riempia, d’Amore, di Morte, di Vita.
Penso a Xipe Totec, e lo immagino come un enorme roccia su cui la pioggia traccia strade invisibili. Sono tutt’uno con lui, con questo potente Signore.

E’ un’immensa ricchezza poter accedere a questi luoghi ancestrali e come su una macchina del tempo spalancare occhi e cuore alla bellezza che rimane, a dispetto di tutto.

Necropoli Prenuragica di Fund’e Monti – Tracucu

Lotzorai 22 Agosto 2022

Benesserescrittura, Eventi, Writefulness

Cerchi di Scrittura

Il cerchio di scrittura è un’attività di condivisione del processo creativo inteso come “medicina catartica”, svolta in uno spazio sacro e protetto.

Ci si siede in cerchio e si scrive su temi che possono essere scelti insieme, oppure proposti dalla guida o in alcuni casi richiesti dalla particolare situazione che si viene a creare nel gruppo.

Per ogni tema si scrive individualmente e a tempo limitato (10, 15 minuti). Finito il tempo di scrittura, i membri del cerchio che lo desiderano possono a turno leggere ciò che hanno scritto. È fondamentale non commentare o giudicare gli scritti (propri e altrui), soprattutto in termini di bello/brutto o giusto/sbagliato. Questo fa si che si crei un’atmosfera sicura, che consenta a chi partecipa di esprimersi liberamente ed entrare appieno nel processo creativo ed emotivo, lasciando che arrivi tutto ciò che deve arrivare.

Fondamentale è scrivere senza badare alle regole grammaticali o ai canoni stilistici, lasciando andare la penna sul foglio senza interrompersi, vivendo il flusso che dalla mente, dal cuore o dalla pancia passa per il braccio e la mano fino ad arrivare al foglio.

Non è una performance, ma un momento di riflessione e guarigione supportato dal gruppo e vissuto con empatia.

Come nella medicina sciamanica, si lavora su quattro piani: 

  • Fisico (l’atto dello scrivere);
  • Energetico e di potere (la nostra creatività e il nostro immaginario ne sono fortemente dotati);
  • Psicologico e mentale (la riflessione post processo creativo);
  • Animico e Spirituale (si possono aprire porte dentro di noi solitamente chiuse)

Il cerchio di scrittura è una grande opportunità per guardarsi dentro, per incontrare e ascoltare il proprio inconscio, per specchiarsi silenziosamente nell’altro, per vivere una catarsi creativache porta pulizialeggerezzanella nostra vita.

Contattami per organizzarne uno! (possibilità anche online)

info@carlamarcialis.it

oppure tramite form a questo link

Minimo partecipanti: 4

Durata: due ore

Questa attività fa parte dei laboratori WRITEFULNESS

Diritti riservati, proprietà esclusiva di Carla Marcialis

Vita, Writefulness

La fine del Mondo?

“Ma quindi non possiamo uscire di casa?”

“Solo per lavoro, per fare la spesa e per motivi di salute”

Era il 9 marzo 2020. È passato quasi un anno da quando la mia vita e quella di tutti è cambiata per sempre.

Ricordo di aver pensato con dispiacere che avrei dovuto aspettare non si sa quanto per rivedere il mio compagno che stava dall’altra parte dell’isola e non poteva raggiungermi. E infatti, ci siamo visti dopo ben quattro mesi, che hanno messo a dura prova la nostra relazione.

In quei giorni di pandemia era mio ospite un caro amico. Aveva deciso già agli albori del lockdown di non ripartire e di vivere con me quell’esperienza. Ricordo che insieme avevamo anche pensato che – nel caso in cui finisse quella potabile nei supermercati – avremmo potuto far bollire l’acqua del rubinetto, che qui dove vivo io non è proprio il massimo.

Ricordo di aver pensato, almeno per una settimana, che fosse vicina la fine del mondo.

Una notte mi sono addormentata pensando che forse il giorno dopo non sarebbe mai arrivato.

Paradossalmente però le giornate scorrevano veloci tra notizie, complotti, lezioni e attività online, meditazione, telefonate tra amiche.

Il fuoco nel camino, ogni sera alle sette.

Una sensazione fortissima di precarietà si è accampata nel mio cuore e non credo andrà più via.

Poi sono arrivate le maratone di scrittura, i laboratori online e quella voglia di puntare tutte le mie energie su questo nuovo lavoro, la scrittura. 

Senza la pandemia forse non sarebbe mai successo!

E anche oggi mi sento autorizzata da questa situazione particolare a perseguire il mio sogno, come se avessi visto la morte in faccia (pur non avendolo fatto) e avessi compreso che la vita è troppo precaria per fare qualcosa che non mi piace fare.

Questa svolta mi ha mostrato che non sono sola, che l’Universo suona anche per me una melodia a volte difficile da ascoltare, ma che non smette mai, e dona ritmo alla vita.

Scritto durante una sessione del laboratorio di scrittura autobiografica “Dal dolore alla gioia”

Benesserescrittura, Vita, Writefulness

Non puoi permetterti di essere pesante, oggi.

Non puoi permetterti di essere pesante, oggi. Le lacrime che non escono, le cose non dette, una grattugia sul cuore. Mancanza di qualcosa, qualcosa che non so individuare. Le emozioni sono troppo multisfaccettate per poter essere isolate. Mi alzo dalla scrivania con un senso di lacrime conservate per anni e anni. 

Non puoi permetterti di essere pesante, oggi. Le persone belle sono allegre, sono felici, sono sempre a mille. Ma come faccio a reggere dopo quello che so di me? Ce la faccio eccome, mi alzo la mattina e dopo qualche ora di tentennamento riconosco di essere viva, di poter sorridere comunque, nonostante tutto.

Non puoi permetterti di esser pesante, oggi. Le canzoni di Baglioni non le ascolto più, sono troppo per me. Mi riportano lì, in quello spazio di dolore in cui non voglio assolutamente andare. 

È un grigio di pioggia, un frigorifero vuoto, un bicchiere a cui tenevi che si rompe, un sogno negato. Qualcosa che non tornerà mai più. È un rumore bianco nel sottofondo delle mie giornate, anche quelle più belle. Una polvere che ricopre le mie cose, un giocattolo che non diverte, ma.

Non puoi permetterti di essere pesante, oggi.

Scritto durante una sessione del laboratorio di scrittura autobiografica “Dal dolore alla gioia”

Benesserescrittura, Vita, Writefulness

Vigilia di Natale

Che cos’è il Natale? Un presepe poco convinto che riproduce una famiglia che non esiste più?

Mia nonna e il cocktail di gamberetti nelle coppe di vetro spesso. Con quella salsa rosa e l’insalatina anonima e dolce. Buonissimo! I divani in pelle nel salotto buono pieno d’argento e cristallo, non toccare niente, ché che lo rompi!

L’entusiasmo per i regali sotto l’albero, il puntale e le ghirlande tra gli aghi, che poi me le mettevo a mo’ di collane e mi pizzicavano tutto il collo, però che eleganza!

A casa dei miei il camino acceso e quel Babbo Natale finto venuto a portarmi in dono Lady Lovely, coi capelli bellissimi, desiderio antico di mesi.

No, Babbo Natale non deve mai farsi vedere dai bambini, perché i bambini non sono scemi. Io l’avevo capito subito che non era lui, che quindi non c’era nessun Babbo Natale, ma non avevo detto nulla e da quell’anno ho deciso di reggere il  gioco ai miei, per paura di non ricevere più i regali.  Avevo sei anni.

Qualcuno poi da un anno all’altro decide che i regali si aprono il 24 a mezzanotte, pessima idea, dico io, perché è molto meglio andare a dormire sognandoli e poi trovarli sotto l’albero la mattina dopo, e scartarli tra un boccone e l’altro di panettone, col latte caldo…

Ma mi adatto, mi persuado anche io che è meglio così. Tutto e subito. Specchio del nostro tempo.

Da adolescente cene di pesce eleganti, coi parenti, e poi a mezzanotte si esce, si va in viale Europa per bere qualcosa e scambiarsi i doni con amiche e fidanzato.

Oggi?

Per me la vigilia ha perso molto del suo fascino, sembra non aver senso senza bambini.

Il mio bambino interiore ormai sa che Babbo Natale non esiste, e spaesato si guarda intorno cercando la Befana, pur sapendo che lei pure è un artifizio, una tradizione che cerca di sopravvivere alla fine del fascismo, che sembra non arrivare mai.

Ma non è vero, non è vero nulla. Lo spirito natalizio va e viene, ma mai muore. Può essere triste, disperato, felice, rincuorato, represso, egoista, drogato dai regali e dai baci sulle guance, ma dentro di me ci sarà sempre.

Come quel cocktail di gamberetti.


Testo scritto durante il laboratorio di scrittura autobiografica “Writefulness Dal dolore alla gioia e in seguito editato. Il prossimo corso partirà questo mese, è in corso la formazione del gruppo. Per saperne di più clicca QUI o contattami cliccando sul pulsante qui sotto per mandarmi una mail, senza impegno.

Benesserescrittura, Maratone, Writefulness

SCRITTURA AUTOBIOGRAFICA E SPAZIO SACRO PER RIELABORARE LE PROPRIE EMOZIONI

“Che dispettoso! Me lo immagino che fa questa scenetta vicino a una fontana, in assoluta armonia col gioco del bambino e del piccione. Un poeta fa queste cose si prende gioco della vita ordinaria. Trasforma la banalità della vita in capolavoro. Osserva a distanza e contemporaneamente si fa rapire da tutto. Riesce a leggere il tessuto di cui è fatto il mondo, poi ti schizza saltando dentro a una pozzanghera dopo il temporale estivo.

Giocare nella vita è fondamentale in alternativa la vita è un viaggio verso la morte, e i poeti lo sanno, quindi giocano. Coi sentimenti, con le parole, con le persone. Non lo fanno per cattiveria, ma per sopravvivere! Altrimenti la loro esistenza suonerebbe vuota e vana.

Giocare con le parole. È una cosa che mi ha insegnato mio padre, che poeta non era. Non sapeva scrivere poi tanto bene mio padre, eppure la poesia e la bellezza nella vita la sapeva trovare. Nonostante poi fosse un uomo di scienza. Conosceva, appunto, il tessuto di cui era fatto il mondo. Un segreto, un mistero in continuo disvelarsi e rivelarsi. Aveva dei capelli così folti, che sembravano il nido dei suoi pensieri. Uccelli velocissimi, i suoi pensieri, abili nel volo libero e leggero, ma anche attenti osservatori di tutto ciò che accade a terra. Sempre per una questione di sopravvivenza, come per i poeti. Quindi ecco il piccione della poesia di Paolo. Un uccello disprezzato sembra faccia solo una cosa: cagare. Suscita lo schifo dei più. Che uccello è il piccione? Il colombo. Quello che dovrebbe incarnare lo spirito della pace, l’uccello che ha utilizzato Noè per assicurarsi che fosse tutto a posto sulla terra, adesso è dispensatore di merda e speciali pidocchietti rossi.”


Nessuna modifica, nessun filtro. Ancora mi viene difficile non dare una forma e una struttura che comunichi con l’esterno, quando scrivo nel flusso durante le maratone, ma è normale. Tutti noi tendiamo a pensare “costruito”. Certo, questo testo non è certo perfetto, non è editato, si potrebbe migliorare di molto. Ma l’ho lasciato così di proposito.
Vi ho voluto regalare questo scritto perché ne apprezzo il percorso. Partendo dal piccione della poesia di Paolo Agrati (che ho usato come spunto) ho parlato della figura del poeta passando per i giochi di parole, arrivando fino a mio padre, tornando poi al poeta e infine al piccione. Un percorso circolare davvero interessante.
Quello che più mi interessa è proprio il cuore di questo percorso. Difficilmente scrivo di proposito di mio padre. Mi ha lasciato nel 2017, è un lutto per me ancora in fase di elaborazione. Mi ha stupito molto averne scritto così, improvvisamente, dal nulla.

Questa è la scrittura libera. Da un argomento totalmente impersonale, possiamo arrivare a incontrare, toccare e rilasciare le nostre emozioni nascoste, inattese, temute. È molto catartico e poetico.

Durante le maratone di scrittura che io propongo come gioco, succede questo. Si ride, si piange insieme.

Io non lo esplicito, ma quello che si crea è uno spazio sacro. Uno spazio sacro e protetto. Tutto ciò che accade durante la maratona, rimane in quel cerchio. Esce solo se necessario, come in questo caso, ed esclusivamente se il diretto interessato lo fa di sua sponte o autorizza a farlo. Io e tutti i partecipanti  siamo i custodi delle emozioni nel cerchio.
E’ un gioco, ma un gioco sacro.

Questo mi sta permettendo di unire due delle tre cose più importanti nella mia vita: la scrittura e la spiritualità. La terza cosa più importante sono le relazioni.

La stessa cosa accade durante il mio Laboratorio di lungo corso di scrittura autobiografia, “Writefulness Dal dolore alla gioia”. Durante questo spazio sacro, ci concediamo di rivivere o vivere per la prima volta emozioni della nostra infanzia o adolescenza, di far parlare l’io bambino, oppure di dare spazio a quell’adulto che lo coccola e lo protegge.

Molte partecipanti al mio laboratorio sono donne, madri che riescono grazie alla scrittura a ritagliarsi qualche ora solo per sé, per il proprio benessere emotivo. Se anche tu hai questo bisogno, Dal dolore alla gioia è l’attività che fa per te!

Le tue emozioni sono importanti. Hanno bisogno di spazio e di tempo, di riconoscimento ed elaborazione!

La scrittura autobiografica permette questo, attraverso la poesia e i giochi di parole, il rovesciamento del punto di vista. Offre mille espedienti per elaborare il dolore e trovare la bellezza nelle piccole cose della nostra vita che avevamo dimenticato.

Se desideri avere più informazioni sui miei laboratori, puoi fare due cose:

sono qui per te

Benesserescrittura, Eventi, Writefulness

Nuovi laboratori e nuove collaborazioni!

Se c’è una cosa che amo nel mio lavoro, sono le collaborazioni e le sinergie.

La scrittura è un mezzo espressivo e un atto creativo che si può applicare alle più disparate situazioni, anche quelle più improbabili.

I miei amici mi prendono un po’ in giro ogni tanto, coniando nuovi hashtag tipo: #scriveresupermercato #scriverealberi #scriverecagnolini. Loro scherzano, e io rido insieme a loro, ma per me è davvero #scriverequalsiasicosainqualsiasisituazione!

Il magico potere dell’autoronia!

Ma torniamo a noi. Convinta che la scrittura possa supportare ed essere supportata da altre attività collaterali, ho avviato due nuove collaborazioni:

con Ivano Naiely (che è anche il mio compagno <3) del quale potrete sapere tutto visitando il suo sito web, la pagina facebook oppure quella instagram. Insieme a lui mi occuperò di favorire la connessione tra l’essere umano e il mondo minerale, vegetale e animale. Per farlo utilizzeremo un dispositivo molto interessante, creato a Damanhur negli anni 70, “Bamboo – Music of The Plants”, che permette di trasformare gli impulsi elettrici delle piante in suoni udibili dal nostro orecchio umano. Un’esperienza davvero interessante! Ivano possiede una grande connessione con Madre Natura ed è assolutamente capace di condividere questa cosa con l’altro e anzi, agevolarla in chi trova difficoltà a trovarla. E’ davvero importante che oggi ci concediamo momenti di immersione totale nella natura. E’ scientificamente provato che stare in natura allevia lo stress, l’ansia, la frustrazione, la sofferenza mentale. E anche la scrittura agevola questo alleggerimento, porta ordine e chiarezza mentale, permette di scaricare le emozioni negative e osservarle con distacco. E permette anche di rapportarci meglio con noi stessi e col mondo che ci circonda. Quindi mettere insieme natura e scrittura è una vera bomba di benessere! Ivano e io vi accompagneremo alla scoperta di un luogo dentro e fuori di voi e attraverso un’edizione speciale di Scrivere Luoghi, laboratorio di scrittura creativa e geografia affettiva, ci metteremo in comunicazione con i diversi elementi della natura. Come? Beh, non posso dirvelo! Per scoprirlo dovrete partecipare all’escursione “Scrivere Luoghi – Sotto la Cascata”, che si terrà il 1 novembre 2020 all’interno dello splendido Parco Lu Cantaru, nell’Argentiera (SS). Cliccate QUI per saperne di più. Se non avete Facebook, cliccate QUI per mandarmi una mail.

Ivano e Io

con Rita Gadau, un’artista sensibile e favolosa. Rita si dedica alla realtà rurale che fa parte davvero della sua vita. Soprattutto si dedica alla lana di pecora, e lei le pecore le conosce davvero, non le ha solo viste nelle foto! Sulla sua pagina facebook potete avere un assaggio del suo lavoro artistico. Insieme abbiamo ideato un laboratorio che unisce la filatura della lana e la scrittura delle nostre memorie, “La lana e la memoria” previsto anch’esso al Parco Lu Cantaru domenica 22 novembre 2020. Districheremo la lana, i pensieri, i ricordi, scopriremo il filo conduttore della nostra vita e potremo trovare in esso i nodi e chissà, in qualche modo, scioglierli! In questo caso, utilizzeremo la scrittura espressiva ed emotiva. E’ una scrittura legata prevalentemente alle nostre emozioni e ai nostri ricordi, direttamente collegata alla scrittura autobiografica e al memoir. Ci consentirà di esprimere emozioni dimenticate, ci farà scoprire parti di noi che avevamo messo da parte ma che ancora premono sul nostro cuore e sulla nostra pancia. Per saperne di più sull’evento, cliccate QUI. Se non avete Facebook, potete scrivermi cliccando QUI

A supportare me e Rita in questa avventura sarà l’Associazione Culturale “Il Mandala” che ringrazio immensamente per l’entusiasmo e la fiducia che ci dimostra giorno dopo giorno.

Per saperne di più su tutti i miei servizi e le mie attività laboratoriali visita il mio sito oppure contattami QUI

Sarò felice di dedicarti il mio tempo!

Benesserescrittura, Writefulness

Writefulness ” Dal dolore alla gioia”

Rimedio contro la solitudine, l’insicurezza, la confusione, la timidezza, lo stress, la frustrazione, il blocco creativo, il blocco emotivo, la scarsa introspezione.

Ritrovare emozioni perdute connesse al nostro vissuto e, attraverso la penna, come se fosse una bacchetta magica, rielaborarle. Dal dolore, alla gioia.

Quante volte hai sentito l’esigenza di trasformare in qualcosa di più di  un semplice sfogo quegli scritti densi di emozioni che hai buttato giù con lo scopo di alleggerirti dai pesi della vita quotidiana?

Quante volte avresti desiderato “mettere ordine” alla tua vita scrivendone gli episodi più salienti, trasformandola in una storia portatrice di un messaggio, per te e per gli altri?

Quante volte ti sei chiesta o chiesto a cosa servisse scrivere pagine su pagine su un diari e quaderni, riempiendoli pian piano di aneddoti, sentimenti, poesie, avvenimenti?

Scrivere è un modo di lasciare un segno, è una pulsione ormai innata nell’essere umano, un animale molto particolare che fonda la sua evoluzione e la sua crescita personale, evolutiva e – per chi ci crede – animica, su un qualcosa che può essere oggettivo e collettivo insieme: la memoria.

La memoria perduta, quella ritrovata, quella conservata.

Attraverso gli esercizi che svolgeremo insieme durante gli incontri e a casa, ti darò gli strumenti tecnici per trasformare i ricordi e le emozioni legate a essi in storie e aneddoti da raccontare fruibili in maniera più soddisfacente in primo luogo a te e solo in secondo luogo agli altri.

Dal dolore alla gioia è un laboratorio fondato sulla condivisione amorevole dell’esperienza di scrittura.

Tutti i partecipanti al laboratorio saranno invitati a leggere a voce alta quanto scritto, ma non saranno obbligati a farlo.

Come negli altri laboratori writefulness, ciò che conta non è “il risultato performante”, ma il piacere dell’allenamento e dell’atto di scrittura in sé e il processo che ci porta a scrivere una cosa piuttosto che un’altra.

L’intero laboratorio si svolge utilizzando la scrittura manuale, durante gli incontri che partiranno dalla pratica dei partecipanti per illustrare la teoria e apprenderla così in maniera ancora più efficace.

Tutti i partecipanti possono inviarmi il materiale scritto per un editing più approfondito, qualora lo desiderassero. 

ARGOMENTI TRATTATI:

  • Temi della scrittura autobiografica
  • Lo stile (incipit, linguaggio, dialoghi, punteggiatura, ritmo, ecc ecc)
  • I ricordi (parole chiave, cluster, sogni, emozioni, ecc ecc)
  • La tecnica (punto di vista, ritmo, figure retoriche, ecc ecc)
  • L’autobiografia e il romanzo autobiografico (I temi, la struttura)
  • Il memoir (I temi, la struttura)