Poesie, Vita

Monet

E’ spuntato un papavero

nel mio prato verde

c’è un cielo azzurrissimo

anche se piove

e ho le mani piene di speranze

e il cuore non ha ferite…

ma solo cicatrici.

Guardo il mio papavero

così fresco e rosso

così vivo e fiero

lo guardo alzarsi verso il sole

che brilla

e aspetta il tramonto.

Foto di Rita Gadau (IG: @ritagadau)

Poesie, Vita

Poesia Per l’Amore #scrivereinquarantena –

Perdonami, Amore, questi pensieri.

Io riconosco la dolcezza nostra

e non so a volte cosa mi manca.

Perché a volta nulla, con te, manca

davvero.

E invero a volte sento

un vuoto, una paura immensa:

la tua assenza.

Mi vedo nel buio, sola,

abbandonata, nella tua distanza,

nell’indifferenza.

A volte invece tutto scorre, 

le mani e i baci e gli sguardi intensi.

Non temo nulla, forte della luce nostra.

Basta un piccolo soffio poi

per farmi tremare. 

Come fossi in una tempesta di neve, dimentico

quel calore che conoscevo fino all’attimo prima

dimentico il sole e i germogli di Noi.

Perché accade questo?

Perché la mia memoria fa cilecca?

Perché ho questo bisogno disperato di averti sempre 

fra le mani, sulla bocca?

A nulla valgon le rassicurazioni.

Qualcosa in me s’arena,

l’ancora s’incaglia tra le rocce dell’insicurezza.

Da lì, come in un naufragio immobile, perdo il NORD.

E niente più terraferma.

Confondo la meta e rifiuto l’orizzonte.

Marzo 2020

Foto di Rory Sheridan (@ri.dearg)
Scattata durante l’evento “The Rite of The Womb for Men Ceremony” organizzato da Nuragic Shamanic Healing”
Poesie, Vita, Writefulness

L’AMORE ATTRAVERSO (#scrivereinquarantena)

L’AMORE ATTRAVERSO

Attraverso le cose
Attraverso le case
Attraverso i fiori
Attraverso i timori
Attraverso l’amore
Attraverso le strade
Attraverso le crepe
Attraverso i muri
Attraverso i giardini
Attraverso le strisce
Attraverso i serpenti
Attraverso i templi
Attraverso i tempi
Attraverso gli occhi
Attraverso il dolce
Attraverso le stelle
Attraverso i versi
Attraverso le gabbie
Attraverso i suoni
Attraverso i mari
Attraverso i monti
Attraverso i mondi
Attraverso le maglie
Attraverso gli uccelli
Attraverso gli ombrelli
Attraverso i fari
Attraverso te
Attraverso me.

Foto di Emanuela Cau
Poesie, Vita, Writefulness

SO DI INCONTRI CLANDESTINI (#scrivereinquarantena)

So di incontri clandestini

nelle piazze, la sera

mentre passeggia il cane_

E la luna

Diventa tutto blu_

Sì, lo so

la forma sarà anche scorretta

ma è per questo che scrivo poesie

per disobbedire alla forma

e goderne il musicale contenuto_

L’Amore è disobbedienza.

Baciarsi in una piazza

durante il proibizionismo

di pelle contro pelle

di fiato nel fiato_

Amarsi, è ancora più forte.

Foto di Valerio Deidda

Poesie, Vita, Writefulness

POESIA PER L’ISOLA NON ISOLA DI SANT’ ANTIOCO

Onde di cartapesta

increspa

vicino all’istmo

una volta, dice,

si andava a pesca

ma a piedi

si camminava sull’acqua

_come Gesù_

Sant’Antioco

isola non isola

espugnata mai posseduta

grottaroli, erbe magiche

pentole con dentro bambini e animali

leoni da guardia

e il mare ostile s’increspa

_ cartapesta_

Pure donata al Santo

questa terra, che sento

così diversa dalla mia

isola

mai espugnata

ma posseduta

Sant’Antioco resa isola

da mano umana

presa dal Papa,

dragata nel 1930_

persi i molluschi e ogni ricchezza?

Rimane la salsapariglia

che mi s’impiglia al cuor!

Sant’Antioco, 15 ottobre 2019

Poesie, Vita

Linea B

Avete mai vissuto in una grande città? Io l’ho fatto per un po’ di tempo. Ho frequentato l’Università a Roma. All’inizio era tutto molto esaltante. Ero una studentessa che veniva da una piccola città e che in poco tempo si era ritrovata catapultata in un mondo pieno di stimoli e di novità! Mi sembrava di avere tutto a portata di mano. Piano piano però, lo stress ha preso il sopravvento su ogni cosa. Tutto era diventato dispersivo e sentivo di non avere più il controllo sulla tua giornata.

Terribile! Tornai in Sardegna.

Ho passato tanto tempo a rifiutare l’idea di andare a Roma, ne avevo terrore. Mi sono rifiutata anche di andare a trovare cari amici. Prendere i mezzi pubblici era per me un supplizio, non avevo nessuna intenzione di ributtarmi in quel caos infernale.

A dicembre sono dovuta tornare lì per lavoro e ho anche dovuto prendere la metro. Pensavo sarebbe stato un trauma, invece…

… invece mi è tornata in mente una vecchissima poesia che ho scritto proprio in metro, secoli fa, e voglio proporvela nel post di questo lunedì!

E voi? Avete mai vissuto in una grande città? Come vi siete trovati? Cosa avete provato?

“Quando passo tra le anime

corridoi stretti di fragranze e idee

il sole dentro

ridondante fuori

stillo gioia

Nessuno si accorge degli occhi

Ma è proprio questo il bello!”

Roma 26 marzo 2004

Haiku, Poesie, Vita

Prima raccolta di Haiku

Mi ero ripromessa di pubblicare i miei Haiku non appena ne avessi scritto 10. Ci è voluto un po’ per arrivarci (un anno buono) perché non ne scrivo spesso e, quando lo faccio, lo prendo come un esercizio di stile, un gioco serio, rispettandone il più possibile le regole.

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Cosa è un haiku? (Da Wikipedia)

“L’ haiku è un componimento poetico nato in Giappone nel XVII secolo. Generalmente è composto da tre versi per complessive diciassette more (e non sillabe, come comunemente detto), secondo lo schema 5/7/5.

In ogni haiku è presente un riferimento stagionale (il kigo o “parola della stagione”), cioè un accenno alla stagione che definisce il momento dell’anno in cui viene composto o al quale si riferisce. Il kigo può essere un animale (come la rana per la primavera o la lucciola per l’estate), un luogo, una pianta, ma anche il nome di un evento oppure una tradizione, come ad esempio i fuochi d’artificio per indicare l’estate. Il kigo costituisce il tema principale dello haiku ed è considerato dagli haijin (“poeti di haiku”) il cuore stesso del componimento poetico.”

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Un’altra cosa nella mia vita che riesco a iniziare e finire, che già di per sé è un traguardo.

Per altro, raccogliendo gli Haiku pubblicati nel tempo su Instagram e Facebook mi sono accorta che nel caos degli screenshot ne ho doppiato uno, il numero 6, quindi risultano in realtà 11 e non 10.

Quindi buona lettura e fatemi sapere cosa è pensate, se volete.

Dedico questa prima raccolta al mio Amico Mario, che mi ha introdotto a questo gioco rilassante e meditativo… è grazie a lui se ho scoperto una delle cose che ha arricchito la mia vita in un momento di buio sconforto!

Poesie, Vita

Souvenir

Non si può chiudere

In una scatola

Quello che ti ha lacerato

Dopo averti dato tanta speranza

Non si può mettere via

Semplicemente

Come un morto in cimitero

Nessuno è morto, davvero

Non si può archiviare

Come un processo alle intenzioni

Come una multa in divieto di sosta

Non ci sono prescrizioni

Può diventare un soprammobile

In mezzo agli altri souvenir

Tra la palla di neve di Parigi

E la calamita di New York?