Ho deciso di osservare il nobile silenzio per l’intera giornata di oggi. Significa rinunciare alla comunicazione verbale con tutti coloro che conosco, vicini e lontani. Salvo, naturalmente, casi di emergenza.
Perché ho deciso questo? Perché sento l’esigenza di andare ancora più a fondo dentro di me, cosa che questo periodo di “ritiro forzato” sta già di per sé facilitando.
Muta e, in qualche modo, cieca. Cieca nel non sapere cosa accadrà domani, nel non poter vedere molte cose distanti da me, perché il mio spazio si è ridotto. Hanno posto dei limiti ai miei spostamenti, da qui una riduzione dello spazio che posso occupare.
Videochiamate di gruppo, chiamate silenziose ma piene di emozioni con il mio amato, telefonate accorate con amici lontani, chiacchierate sommesse e lente con Stefano, meraviglioso amico e fratello con cui sto condividendo questo periodo, comunicazioni sulla natura di questo fenomeno in corso… silenzierò tutto questo per 24 ore. Perché ne sento proprio il bisogno. Il bisogno di raccogliere l’energia del verbo per un giorno intero. Per poi vedere cosa si trasforma durante, dopo, dentro e fuori di me.
La musica non esisterebbe senza il silenzio.
Ieri ho avuto l’impressione di partecipare a uno dei miei lab Writefulness, e ho sorriso a questo pensiero. Ho sorriso mentre riprendevo in mano il mio romanzo abbandonato da tempo perché non avevo mai né testa, né tempo per scriverlo. Adesso ho entrambe.
In silenzio oggi mi prenderò cura del mio spazio esterno e interno, del mio giardino, delle mie nuvole.
