

Vagina del Mondo, da te tutto entra e tutto esce. Ferita, apertura ancestrale, doni la vita a noi umani e a tutte le altre creature. Il tuo clitoride è un sole ruvido ed esclamativo. Mi sono seduta sotto di te e ho pianto fino alla fine dei miei giorni. Sono diventata fiume, poi mare, poi madre dei pesci e degli scogli.
Vagina del Mondo, da te sono uscita e in te non posso tornare, separata per sempre da chi mi ha dato alla luce. In ginocchio vengo da te e ti chiedo l’autunno e poi l’inverno e tutte le altre stagioni, perché tu fai girare il mondo col tuo clitoride ruvido ed esclamativo. Arranco, stordita dalla tua energia.
Ho dormito fra le tue labbra, cullata dal suono del vento e dalle sue carezze. Incontaminato è il tuo respiro, profonda la tua caverna, ma ormai chiusa, inaccessibile. Cementata dalla paura e dalla sofferenza di tutte le Donne.
Oschiri, 5 ottobre 2019
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